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 Una macchina fuori dal comune

~ Macchina di Santa Rosa - Viterbo ~

L’italia è ricchissima di paesi che vantano una lunga e prestigiosa tradizione folcloristica. Alcuni di questi si distinguono per la spettacolarità di alcune manifestazioni, come il celebre palio di Siena, o il carnevale di Venezia. Molto spesso, però, città meno famose festeggiano delle ricorrenze con delle manifestazioni altrettanto, se non, addirittura, più spettacolari di quelle citate. Un esempio di queste manifestazioni così dette secondarie, ma che di secondario non hanno davvero nulla, è il “trasporto della Macchina di Santa Rosa”. Questa suggestiva processione si svolge a Viterbo, in memoria di quella che si svolse il 4 settembre 1258, quando il corpo della fanciulla Rosa venne traslato, per volere del papa Alessandro IV, dalla Chiesa di S. Maria del Poggio, in quella di San Damiano (ora Chiesa di S. Rosa).

Inizialmente la macchina non era che un modesto baldacchino con l’immagine di Santa Rosa; nel ‘700 cominciò ad assumere proporzioni notevoli, che divennero sempre più imponenti nel secolo successivo. La manifestazione odierna si svolge il 3 settembre, e le macchine attuali assomigliano a un alto campanile luminoso. La tradizione vuole che una macchina venga usata per 5 anni, e che poi venga sostituita da un nuovo progetto. Le macchine più recenti sono alte intorno ai 30 metri, e pesano alcune tonnellate. Le persone addette al trasporto della macchina sono i cosiddetti “facchini”, e l’appartenenza a questa vera e propria casta è motivo di grande orgoglio per i viterbesi. La processione inizia alle 21, e cento facchini issano la macchina sulle spalle portandola per le vie di Viterbo, nelle quali è stata tolta la luce per rendere la processione ancora più affascinante e suggestiva. L’alto profilo della torre, in questo modo, si riesce a scorgere ben oltre le mura di Viterbo, offrendo uno spettacolo davvero unico. Il percorso che la macchina compie è lungo circa un chilometro, e durante il tragitto sono previste quattro soste, l’ultima delle quali avviene sotto la ripida salita che porta alla chiesa di Santa Rosa, meta finale della processione. L’ultima salita viene fatta di corsa, ed è vietato fermarsi, per evitare gravi incidenti che purtroppo, nel corso dei secoli, non sono mancati.

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