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Tragitto ideato per Stella Russa 2002
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 ~ Stella Russa 2002 ~

Tre settimane nel cuore della Russia,
tra antico e moderno

~ Dal 3 al 24 agosto 2002 ~

Qui sotto c’è la presentazione LUNGA del viaggio, dove descrivo in modo più ampio i luoghi toccati, le città che visiteremo con le rispettive attrattive, ecc. mentre in fondo alla pagina c’è la descrizione delle pagine con i dettagli del viaggio.

Cliccando qui si va alla presentazione BREVE, con una descrizione sintetica del viaggio.

N.B. Per i dettagli “tecnici” (quote, iscrizione, ecc.) visitate il sito dell’Associazione Sportiva 2000 Moto

Buona lettura!

Questo viaggio ci porterà in luoghi dell’Europa che ancora pochi possono dire di aver girato, non solo in motocicletta ma con qualsiasi altro mezzo. L’apertura al mondo dell’ex URSS è relativamente recente e i Paesi nati dalla sua divisione sono accompagnati immancabilmente da pregiudizi, stereotipi e paure.
La situazione è In realtà diversa, attraverseremo luoghi affascinanti e incontreremo popoli ospitali, e la speranza di questo viaggio è proprio quella di aprire uno squarcio.

Il primo Paese ex-sovietico che incontreremo è l’Ucraina. Il paesaggio è prevalentemente agreste, in ragione della destinazione che fu per decenni di questo paese nel sistema economico sovietico: uno dei “granai” più fertili e produttivi dell’intera unione.

Superato il confine arriveremo a Leopoli, città dalle antiche tradizioni cristiane che si leggono tuttora nelle splendide chiese e monasteri. Il resto della città offre molti scorci interessanti, resi più veri dal loro stato attuale, non “cloroformizzati” da restauri sempre più omogeneizzanti. Il centro storico di Leopoli, L’viv in ucraino, è protetto dall’Unesco.

Successivamente sarà il turno della capitale, Kiev. La storia di questa città coincide quella dell’odierna Russia, poiché era la capitale della Rus’ che nei secoli si è trasformata nell’immenso impero che conosciamo.

Più recentemente, la storia di Kiev è sofferta e tragica. È una delle cosiddette Città Martiri dell’Unione, ossia fa parte delle 13 città che nella II Guerra Mondiale furono particolarmente colpite e la cui popolazione si distinse per l’eroica resistenza. Kiev ha subito immani distruzioni e per questo motivo gran parte della città è moderna. Ma, e qui cade l’ennesimo stereotipo, la ricostruzione nelle capitali delle repubbliche sovietiche è sempre stata elegante e imponente. Kiev non è da meno, con i suoi ampi viali e i palazzi finemente decorati con i motivi classici dell’architettura socialista: spighe, fiori, stelle e naturalmente falci e martello.

Oltre al moderno centro storico, è presente un complesso monastico assolutamente meraviglioso, il Pecherska Lavra, aggrappato ad una collina dominante l’immenso fiume Dnepr. Il complesso si snoda attraverso passaggi che portano da una cattedrale all’altra, immersi in uno scenario fantastico. Questo sito è protetto dall’Unesco.

Dall’Ucraina ci sposteremo in Bielorussia, direttamente nella sua capitale, Minsk. Anch’essa è una delle città martiri e l’aspetto è moderno.
A differenza di Kiev, stavolta la ricostruzione è stata ancora più formale e canonica e fornisce un esempio assolutamente eccezionale, per omogeneità e coerenza, dell’architettura socialista, così come fu interpretata negli anni della ricostruzione del dopoguerra.
Se il centro risulta meno appariscente di quello di Kiev, è comunque interessante osservare lo spirito rigoroso e austero che interpreta la “città dell’uomo socialista”. Questa si concretizza in ampi viali, curati giardini, imponenti palazzi del potere e commerciali.
Le attrazioni di Minsk sono state irrimediabilmente perdute nel periodo bellico, però esistono due musei molto interessanti. Il primo è il Museo della Guerra, che racconta in modo vivido ed efficace la tragedia vissuta dalla popolazione bielorussa durante la Grande Guerra Patriottica, com’è chiamata la II Guerra Mondiale. L’altro museo da visitare è la piccola casa in cui si tenne la prima riunione clandestina, sul finire del 1800, di quello che sarebbe diventato il Partito Bolscevico prima e quello Comunista poi. Non fu quindi in Russia, ma nello scantinato di un medico di Minsk.

La meta successiva è quella finale del viaggio. Finale non perché ultima, ma in quanto sintesi dell’itinerario, città il cui solo nome rievoca intrighi, tragedie, ma anche passioni e luoghi meravigliosi: Mosca.

La città che osserviamo oggi è il vero testamento di Stalin, la firma della sua epoca. È il risultato del grandioso Piano di Ricostruzione varato all’inizio degli anni ’30 e realizzato in pochi anni. Ampi viali, spettacolari grattacieli, monumentali edifici del potere, una metropolitana somigliante più ad un museo che ad un treno sotterraneo, celeberrimi teatri e molto altro.
Tutto questo senza intaccare l’antica tradizione di Mosca, con il magnifico Cremlino e la Piazza Rossa, che lascia letteralmente senza parole, racchiusa com’è tra la fiabesca cattedrale di San Basilio, le mura del Cremlino con il mausoleo di Lenin, l’immensa facciata dei magazzini GUM e del museo russo, entrambi nel tipico stile russo d’inizio secolo. Ma i luoghi da visitare non finiscono qui, si può andare nel meraviglioso museo Pushkin, dove sono raccolti i quadri e le sculture degli artisti più famosi del mondo, oppure nel quartiere fieristico del VDNH, la dimostrazione al mondo della potenza sovietica, poi smentita dalla Storia, o ancora nel monastero Novodevichi, il cui cimitero monumentale accoglie le spoglie di personaggi celeberrimi: Checov, Raisa Gorbaciova, Ejsenstein, Majakovskij, Gogol’, Krushov e moltissimi altri personaggi fondamentali nella storia non solo della Russia, ma del mondo intero.

La tappa successiva è una piccola città, Novgorod. Sarà utile per farci conoscere non solo lo spirito cosmopolita delle grandi metropoli, ma anche quello più tipico e rurale della Russia. Questo non significa che le attrazioni siano di secondo piano, tutt’altro.
Novgorod è tra le città più rinomate ed antiche in Russia, e vanta uno tra i cremlini più belli. Non deve stupire che ne esista uno anche qui: non è una prerogativa di Mosca, poiché i cremlini erano delle cittadelle fortificate e centinaia di città russe conservano al loro interno, nel nucleo originale della città, il loro cremlino che le ha protette facendole giungere fino a noi. Anche la bellissima cattedrale di Santa Sofia non mancherà di stupire.

L’ultima città russa in cui sosteremo è San Pietroburgo, già Leningrado. È quasi superfluo ricordare le bellezze di questa città, nota in tutto il mondo. Metropoli voluta da Pietro il Grande all’inizio del 1700, rispecchia l’amore e l’ammirazione dello zar per l’Occidente. La sua architettura richiama le corti più eleganti europee. La città fu a lungo guardata con sospetto dal resto della Russia, in quanto poco “russa” e smaccatamente filo-europea.

È indubbiamente una delle città più belle al mondo, esempio unico nella storia di città costruita a tavolino, con un piano di sviluppo preciso e predefinito. Infatti Piter, com’è affettuosamente chiamata dai russi, non possiede un vero e proprio centro storico, almeno non nel senso che intendiamo noi, dalla struttura medievale, fatto di piccoli spazi e palazzi arroccati uno sull’altro.
Le ampie prospettive, i palazzi barocchi dall’ampio respiro, i canali che si diramano in ogni direzione, gli oltre 400 ponti che li attraversano (non a caso è chiamata anche “Venezia del Nord”), l’imponente Neva, lo spettacolo dei ponti alzati nel cuore della notte, la magia delle notti bianche, della piazza del Palazzo d’Inverno, l’Hermitage, la fortezza di Pietro e Paolo e più in generale l’unione delle caratteristiche urbane europee con quelle tipicamente russe catturano inevitabilmente qualsiasi viaggiatore, imprimendo loro un ricordo indelebile nel cuore.

Piter fu anche la culla della Rivoluzione d’Ottobre del 1917. Da qui partì e si diffuse a macchia d’olio nel resto della Russia il movimento destinato a sovvertire la supremazia zarista per consegnare il potere nelle mani del popolo. Prescindendo dalle considerazioni storiche e politiche sulle conseguenze della Rivoluzione e di come questa si è effettivamente concretizzata (oggi è difficile pensarla non solo come la madre dei gulag), è innegabile che furono “10 giorni che sconvolsero il mondo”, come li definì giustamente John Reed nel suo magnifico, omonimo libro, diario della Rivoluzione. Sono ancora visibili i luoghi in cui si mossero i leggendari capi del movimento bolscevico (Lenin, Trockij, Zino’vev, Kamenev e molti altri) come il bellissimo istituto Smol’ny, capolavoro barocco dell’architetto italiano Rastrelli o l’incrociatore Aurora da cui partì il segnale per l’attacco risolutorio al Palazzo d’Inverno, sede del potere.

Abbandonando Piter in direzione dell’Estonia, ci lasceremo andare ancora una volta alla grandeur zarista, visitando la residenza più celebre: Petrodvarec che in russo significa proprio “Palazzo di Pietro” (il Grande). È una reggia che rivaleggia senza troppi complessi d’inferiorità con le ben più celebri corti europee. Spettacolari giochi d’acqua di monumentali fontane si nascondono in un giardino che si affaccia direttamente sul golfo di Finlandia, davanti ad un palazzo da sogno.

Entrati in Estonia, si avvertirà immediatamente la differenza con la Russia e le repubbliche ex-sovietiche viste finora. L’ambiente è diverso, così come le persone.
In pochissimi anni si è diffuso un certo benessere, considerato che anche nel periodo sovietico quelle baltiche erano le repubbliche più ricche dell’Unione e furono per molti anni meta d’emigrazione dalle zone più povere di Russia ed altri paesi satelliti.

Tallinn, la capitale, ha un’atmosfera d’altri tempi, il piccolo centro storico è uniforme e omogeneo nell’aspetto datele dal suo glorioso passato, quando era una florida città della Lega Anseatica. Ci arrampicheremo negli stretti vicoli, ammirando il giro di mura intatte e i fasti lasciati in eredità, oltre che dall’Hansa, anche dai ricchi Cavalieri Teutonici.

La meta successiva è Riga, la capitale della Lettonia.
Città dal vago sapore real-socialista, ha una struttura affascinante, una commistione tra l’imponente edilizia socialista e il bellissimo centro storico in cui si vede, come nella sorella Tallinn, il segno lasciato dai fasti di un lontano passato quando Riga aveva un ruolo predominante nei commerci nel mar Baltico.

Infine, ultima ma non ultima, Praga. Ormai questa magica città è diventata di diritto una delle mete preferite dai turisti di tutto il mondo.

Praga la Magica, Praga d’Oro, Praga dalle Mille Cupole. Questi e molti altri sono gli innumerevoli vezzeggiativi con cui si accenna a questa città che mai può essere descritta in modo così sintetico.
Praga va vissuta, con il ponte Carlo che di giorno è animato da decine di artisti e bancarelle di artigianato tipico mentre di notte sono le statue che ne circoscrivono il tragitto ad animarsi, accompagnandoci in un mondo fatto di ombre e leggende.
Dal ponte Carlo si ammira Hradcany, la collina del Castello, tra i più estesi d’Europa, che al suo interno accoglie decine di tesori.

Una delle esperienze indimenticabili per chi visita Praga è il distratto passaggiare nella piazza della Città Vecchia, che costituisce il nucleo di tutto l’abitato. Dominata dalla inquietante mole della cattedrale di Tyn, questo ampio slargo si affaccia sorniona sul campanile del Municipio e il suo sorprendente Orologio Astronomico, antico ricordo che lega la magia infantile delle marionette alla più ricercata arte decorativa.
Vicino alla piazza si stende un tranquillo quartiere popolato di case liberty e, esempio unico al mondo, alcuni esperimenti di architettura cubista.
Nei pressi, ancora, il martoriato quartiere ebraico, oggi rinato e memoria delle ultime persecuzioni.

Poi i monasteri sparsi, come quello di Loreto e la sua preziosa raccolta di ostensori, oppure la famosa, per motivi ben più tragici legati al recente passato, piazza San Venceslao, dominata dalla mole del Museo Nazionale.

...e mille altri scorci incastonati tra gli stretti vicoli e le raccolte piazze di una città unica al mondo che ha ospitato, tra gli altri, i celebri Franz Kafka e Milan Kundera, alcuni dei più illustri cantori di Praga la Magica.

 Fornisco ora una breve descrizione dei documenti che descrivono il viaggio:

Tragitto ideato per Stella Russa 2002Tragitto seguito : qui ho riportato una breve descrizione delle tappe previste, con il relativo chilometraggio.

Informazioni utili per Stella Russa 2002Informazioni utili : qui si trovano tutte le informazioni da sapere prima di partire: sicurezza personale, del mezzo, condizioni delle strade, ecc.

Soste previste per Stella Russa 2002Soste : qui ho riportato i giorni di permanenza nelle varie città toccate. In questo modo ci si può fare un’idea precisa dei ritmi di viaggio e del numero di chilometri da fare giornalmente.

Galleria fotografica per Stella Russa 2002Fotografie : qui ho inserito una piccola galleria fotografica con immagini scattate nel mio viaggio fatto nel 2000 e altre prese da Internet. Sono presenti 41 fotografie.

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